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Studio Home Recording: come registrare musica in casa

Studio Home Recording: come registrare musica in casa
1 anni fa 22924 Visualizzazioni Non ci sono commenti

Musicisti in erba, aspiranti music producer, band di tutti i tipi e generi, studenti di canto... insomma tutti voi amanti della musica che avete finalmente deciso di registrare le vostre performance, a raccolta! In questo articolo abbiamo finalmente deciso di estorcere con la forza ai tecnici ed esperti di MusicBros, le informazioni per poter registrare la musica in casa o in uno studio di registrazione. Insomma, come realizzare lo studio Home Recording a casa tua. Sei pronto? Dimentica quello che già sai il tempo di leggere questo articolo e ti mostreremo dall'inizio alla fine, dalla A alla Z, cosa ti serve per registrare la propria musica.

Registrare musica a casa: l'Home Recording

Dopo The pen is on the table, la seconda nozione di inglese che ti ha insegnato la maestra è la differenza tra home e house, ma sempre di casa si parla. Recording è una declinazione del verbo registrare, quindi con Home Recording intendiamo proprio la registrazione di suoni in generale, in casa. Ovviamente in questo, come in tutti i settori, ci sono tantissimi livelli di qualità possibili, per cui è facile ritrovare della strumentazione classificata come da Home Recording anche in veri studi di registrazione.

Ad ogni modo, è di questo che vogliamo parlarti, come puoi tu, da solo, registrare la tua musica e/o la tua voce con la qualità migliore possibile, mixarli e ottenerne una traccia finita da inviare via smartphone, caricare su Spotify e YouTube, incidere su disco e così via. Come puoi immaginare, i suoni degli strumenti e delle voci dovranno in qualche modo essere "catturati" e portati sul PC. Ma tutto ciò che è in mezzo a fare la differenza e che non rende nemmeno così facile fare un lista dell'occorrente. Andiamo passo per passo.

Per comodità, ma soprattutto per una maggior chiarezza, procederemo cercando di capire innanzitutto cosa ti serve per registrare musica in casa, poi come fare effettivamente e infine procedere al missaggio ed editing. Vamos.

Cosa serve per registrare musica?

Se non ci hai mai messo mano, ti sarai chiesto oltre al PC che cavolo è quell'ammasso di marchingegni strani attorno al monitor, piene di spie luminose che fanno sembrare uno studio Home Recording un albero di Natale che si vedono nei film. Senza parlare di quel groviglio improbabile di cavi... Be', la verità è che quelli sono un po' esagerati, ma per intendersi se tu volessi, potresti far tutto anche semplicemente con uno smartphone e ciaone. Ma sai benissimo che un aggeggio che fa tutto non fa niente bene. Per cui ok scegliere degli strumenti versatili, ma c'è una parte della dotazione che possiamo definire irrinunciabile.

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  • Microfono/i con accessori
  • Preamplificatore microfonico (opzionale)
  • PC (con una certa dignità)
  • Cuffie e/o monitor da studio
  • Amplificatore per cuffie (opzionale)
  • Scheda audio
  • Software o DAW

Come registrare voce e canto

Andando per gradi, per quanto riguarda la registrazione intesa come cattura dei suoni, iniziamo dalla voce (se non hai necessità di registrare la voce, puoi passare allo step successivo). La registrazione - come anche l'amplificazione - della voce può avvenire in unico modo: con un microfono. Come abbiamo spiegato molto più che dettagliatemante nella guida su come scegliere un microfono, ne esistono veramente tanti, tanti tipi. Quello che fa per te, in questo caso, sicuramente sarà a condensatore e provvisto di un diagramma polare atto a raccogliere i suoni in una singola direzione, ovvero quella del cantante. Ne esistono moltissimi modelli, alcuni dei quali sono diventati veri e propri must per quest'operazione, e un motivo ci sarà. Trovi le migliori opzioni tra i Microfoni da Studio.

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Una considerazione da fare prima di scegliere il tuo microfono da studio riguarda la connessione. La maggior parte dei microfoni per la registrazione della voce in studio hanno possono essere collegati via USB oppure con il classico XLR a 3-pin, il cosiddetto Cannon. Fai la tua scelta in base al resto della tua strumentazione e in base a cosa verrà direttamente collegato il microfono.

Come registrare strumenti musicali

Quando iniziamo a parlare di strumenti musicali il discorso si fa complesso, perché le opzioni sono tante quanto gli strumenti stessi. Per semplificare, ad ogni modo, possiamo subito fare la grande differenza tra gli strumenti elittrificati o digitali che di per sé offrono la possibilità di registrare e quelli acustici. Stiamo parlando ad esempio delle tastiere, pianoforti digitali, batterie elettroniche oppure di sintetizzatori, drum machine e tutti gli strumenti per musica elettronica che hanno una porta USB per registrare su chiavetta o inviare l'audio a un PC, oppure un'uscita MIDI. Se quest'ultima parola ti ha perplesso, ti consiglio di farti una lettura veloce dell'articolo Tastiere e controller MIDI che ti spiega proprio di cosa si tratta.

Un'altro caso è quello degli strumenti acustici cosiddetti "elettrificati", ovvero classicamente le chitarre ma anche i violini, che posseggono un pickup e modulo di amplificazione. In questo caso, infatti, il suono prodotto dallo strumento potrebbe essere anche praticamente impercettibile come nel caso dei violini silent, ma il sistema elettronico al suo interno raccoglie le vibrazioni prodotte e le trasforma in un segnale che può essere trasmesso sia a un amplificatore, ma anche a cuffie, schede audio, mixer, smartphone e PC.

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Ultimo caso, uno strumento classico, puramente acustico, come una batteria, uno fiato, una percussione, senza alcun modulo elettronico all'interno. E qui c'è poco da fare se non posizionare un microfono apposito. Di nuovo, ti invito a leggere la nostra guida come scegliere un microfono, scoprirai come e perché alcuni sono dedicati alla raccolta dei suoni strumentali.

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La scheda audio, questa sconosciuta

Hai sogghignato, eh... Eppure non è una battuta, non sai quante persone non hanno ben chiaro cosa sia e a cosa serva (e quindi perché è idispensabile) una scheda audio scelta su misura per le proprie esigenze. Partiamo allora col dire che la funzionalità di base di una scheda audio (comunemente chiamata anche interfaccia audio) è quella di fare da "ponte" per un segnale audio appunto proveniente da una sorgente analogica (uno strumento musicale, un microfono) e diretto a un PC, digitalizzandolo. Infatti, a prescindere dalle caratteristiche del singolo modello, ogni interfaccia audio posside un suo ADC - analog to digital converter, che converte il segnale analogico in uno digitale pronto per essere elaborato da un PC.

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Con la stessa logica, la scheda audio effettua anche il procedimento contrario (DAC - digital to analog converter), ovvero riconverte il segnale digitale proveniente dal PC in uno analogico da dare in pasto a cuffie e monitor in modo che ti restituiscano un segnale quanto più pulito per lavorare al tuo mix.
Ecco dove risiede fondamentalmente la differenza tra schede audio che in apparenza hanno le stesse caratteristiche: il convertitore, migliore è e più costa, migliore sarà la lavorazione delle tracce e il risultato finale. Detto questo, le schede audio sono indispensabili per altri motivi e presentano diverse peculiarità da tenere sott'occhio durante la scelta:

  • Compatibilità con le DAW- La DAW è un programma per il PC, un argomento che affronteremo a breve. Per ora ti basti sapere che non tutte le schede audio sono compatibili con tute le DAW. Per cui è un aspetto da tenere in considerazione di sicuro.
  • Connessione- Ossia come l'interfaccia audio si connetterà al PC. Senza entrare nel dettaglio, di solito le schede audio mettono a tua disposizione una o più di queste opzioni: USB, Firewire, Thunderbolt e PCIE. A questo punto la scelta deve ricadere su una che offra la connessione idonea al tuo computer.
  • Ingressi e uscite- Gli In e gli Out che deve mettere a disposizione la scheda devono essere calcolati in base a cosa vuoi fare. Ad esempio, se sei un solista con la chitarra il minimo sindacale di 2/4 tra ingressi e uscite ti potrebbe bastare. Se hai una band, allora dovrai calcolare una linea per ogni strumento e microfono. Se il batterista suona una batteria elettronica di quelle coi canali separati, potrebbe aver bisogno solo lui fino a 8 ingressi. Qui la matematica aiuta...
    Da mettere in conto anche il tipo di ingresso e uscita, perché non basta contare gli strumenti/microfoni e i buchi sulla scheda audio. Che forma hanno 'sti buchi? Tipicamente possono essere combo, che quindi accolgono sia uno spinotto jack da 6.3 mm sia un cavo XLR (detto anche Cannon) e sono dedicati appunto ai microfoni. Possono essere ingressi di linea (per jack da 6.3 mm) utile se devi usare un preamplificatore microfonico esterno da utilizzare come canale per il microfono. Poi può trattarsi di un ingresso ottico, e cioè un tipo di ingresso digitale che, per essere impiegato come canale per un microfono deve essere collegato a un preamp microfonico e a un convertitore digitale con uscita ottica. Infine, altri ingressi molto comuni sono gli input DI (per chitarra/basso) e gli input MIDI.

PC per lo Studio Home Recording

Quando parliamo di produzione musicale, come anche di prduzione video, fotoritocco, ma anche gaming o lavoro, questo apparecchio rappresenta il cuore del sistema. Di conseguenza non è raro che esso rappresenti la voce di spesa più consistente. Che sia un prodotto ready to use o il risultato della nostra scelta di ogni singolo componente, occorre necessariamente prestare la massima attenzione al fatto che esso rispetti i requisti minimi per supportare il software/DAW che andremo a utilizzare, l'interfaccia audio, che abbia le giuste connessioni in ingresso e uscita.

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A parte questo, sono poche le indicazioni che riguardano la scelta o l'upgrade del computer. Basta leggere nelle specifiche tecniche della scheda audio quali sono questi requisiti minimi da avere, e idem tra le specifiche della DAW. Tuttavia, forse un'altro consiglio lo si può dare se sei indeciso tra un desktop e un laptop. Tra i due l'unico che ti permette di aggiungere uno schermo bello grande che ti permetta ri visualizzare l'interfaccia della DAW in modo chiaro, di sostituire anche i singoli componenti all'occorrenza e di spostare addirittura la tower in un'altra stanza affinché il rumore della ventola non interferisca col tuo lavoro, è il desktop. Quindi, dovendo/potendo scegliere, lascia il laptop per altri usi.

Cuffie da studio

Prima di parlare delle cuffie, occorre una premessa. Abbiamo già accennato in diversi punti di questo articolo al fatto che quando vuoi registrare una canzone a casa (ma lo stesso vale ovunque) i suoni devono essere quanto più possibile puri. Ma allo stesso modo anche tu devi fare in modo di ascoltarli con la stessa pulizia, senza interferenze e rumori provenienti dall'ambiente circostante. Ecco perché, sia in fase di registrazione che di mixaggio dovrai dotarti di due strumenti precisi: cuffie e monitor da studio.

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Le cuffie da studio sono tipicamente di due tipi, aperte e chiuse. Entrambe non hanno nulla a che fare con quelle ad esempio Hi Fi, perché hanno degli scopi ben precisi: le cuffie da studio chiuse sono votate al massimo isolamento acustico, ovvero il loro scopo è quello di farti ascoltare ciò che esce dal PC eliminando qualsiasi altro ruomore in modo che tu possa concentrarti e valutare solo quello.
Diversamente, le cuffie aperte sono il corrispettivo dei monitor da studio ma in versione più leggera, portatile e non ivadente. Lo scopo infatti è il medesimo e vengono anche queste scelte da utilizzare in fase di mixaggio. Ma non solo, puoi preferirle a quelle chiuse anche quando si registra uno strumento che non necessita di un microfono, come una batteria elettronica o una tastiera.

Monitor da studio

Monitor da studio, studio monitor o monitor audio, chiamali come prefesisci. Ma se ti salta in mente di chiamarle "casse" o "diffusori" prenditi un minuto per leggere quanto è grande lo sbaglio che stai facendo. Il monitor da studio, infatti, è una cassa audio, per carità, ma con delle caratteristiche molto precise che li rendono non solo ideali ma destinati unicamente all'uso in studi di registrazione audio/video et simili. In particolare:

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  • dispongono di una risposta in frequenza quanto più lineare possibile. Per questo il monitor non deve colorare il suono in alcun modo, e cioé non deve né accentuare né attenuare alcuna frequenza contenuta nel segnale che gli chiedi di riprodurre. Quanto più è lineare tanto più sarà reale e fedele il suono rispetto la fonte;
  • si caratterizzano di una localizzazione stereofonica del suono il più precisa possibile. Vale a dire riproducono da direzionalità dei suoni esattamente come sono stati registrati.
  • hanno un intervallo di frequenza riproducibile il più ampio possibile. Questo è determinante, un monitor deve avere la possibilità di riprodurre tutte le frequenze che il tuo orecchio può percepire e tutte quelle che i tuoi strumenti possono produrre.
  • una risposta ai transienti (ovvero tempo che richiede un dispositivo per rispondere ad un impulso - sia esso elettrico ad esempio proprio un monitor, o sonoro nel caso del microfono) la più realistica possibile.

Tipi di Studio Monitor

Eh già, il discorso sui monitor da studio è un po' lungo, e ti basti questo a capirne l'importanza. Iniziamo col dire che, come qualunque cassa audio essi possono essere attivi o passivi: i primi possiedono un amplificatore audio interno, mentre i passivi no e devono ricevere il segnale da un amplificatore esterno. Altra differenza, i monitor possono essere costruiti con sospensione pneumatica o bass reflex. Per quanto riguarda la sospensione pneumatica i monitor sono ermeticamente sigillati in modo da separare il volume d'aria interno da quello esterno offrendo un taglio graduale alle basse frequenze e una buona risposta ai transienti di bassa frequenza. Nei monitor bass reflex, invece, viene ricavata un'apertura nella cassa che permette la comunicazione tra la massa d'aria interna e l'ambiente esterno (agendo come un risuonatore di Helmholtz) dando rinforzo alle frequenze basse.

Come posizionare i monitor da studio

Prima di rispondere alla domanda chiave che riguarda il posizionamento deigli studio monitor, ma strettamente legato alla questione, c'è un'ultima suddivisione da fare per quanto riguarda la scelta basata proprio sulla dimensione dell'ambiente:

  • Nearfield - monitor per l'ascolto a distanza ravvicinata. Usati in ambienti piccoli ed hanno loro stessi dimensioni ridotte, così come il woofer che non supera gli 8". La distanza di ascolto è generalmente al di sotto dei 150 cm e generalmente sono a due vie (un woofer e un tweeter) bi-amplificati. Avrai capito da solo che sono la scelta da fare per una stanza di casa tua e da mettere sulla scrivania o workstation.
  • Midfield - per stanze di medie dimensioni, spesso vengono accoppiati alle nearfield per avere un paragone di ascolto. Hanno una potenza più elevata rispetto alle nearfield, woofer più grande e risposta in frequenza maggiore per permettere un ascolto più completo e la distanza di ascolto va dai 150 ai 200/250 cm. In questa trovi principalmente sistemi a tre vie (un woofer, un midrange e un tweeter) tri-amplificati.
  • Main monitor - per studi di registrazione. Sono utilizzati principalmente per l'ascolto dei vari volumi degli strumenti musicali in fase di mixaggio e per controllare le frequenze più basse. Costano come un'auto.

Il monitoraggio, per essere valido ed efficace, deve avvenire all'interno di una stanza acusticamente trattata (vedremo tra poco come), e tu devi essere posizionato correttamente rispetto ai monitor: la testa deve formare con queste un triangolo equilatero parallelo al pavimento, le casse devono essere ruotate dunque di 30° verso il centro e all'altezza delle orecchie di chi le utilizza.

Preamplificatore microfonico

Il preamplificatore in ambito audio è uno strumento elettronico usato in ambito audio e musicale, soprattutto nelle fasi di gestione, registrazione e riproduzione del suono di voci e strumenti, e serve principalmente per aumentare il livello dei segnali in ingresso ed inoltrarli ai finali di potenza. I segnali che provengono dalle cellule microfoniche o dai pick-up hanno livelli di segnale molto bassi e difficilmente gestibili, e vengono per questo amplificati a sufficienza da poter essere accettati da tutti gli ingressi di altri dispositivi elettronici, come mixer, amplificatori di potenza, effetti elettronici, casse acustiche amplificate, ecc.

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Nel caso specifico dei microfoni, la cella microfonica, soprattutto se a condensatore (come quella che ti abbiamo suggerito qualche paragrafo fa), fornisce in uscita segnali con livelli tipicamente molto bassi e soggetti ai campi elettro/magnetici, i quali potrebbero creare rumore sul debole segnale. Infatti, se tali segnali fossero inviati per diversi metri di cavo, prima di arrivare al preamplificatore, assorbirebbero con tutta probabilità ulteriore rumore. Per questo motivo, i microfoni a condensatore - ma anche vari microfoni dinamici - incorporano spesso un preamplificatore che rende molto più facilmente gestibile il segnale inoltrato ai circuiti di trasmissione bilanciati, i quali tendono a neutralizzare l'assorbimento del rumore sulle linee di trasferimento. Una scelta molto diffusa, ma non obbligatoria per ottenere una qualità maggiore, è quella di optare per un preamplificatore microfonico esterno, un apparecchio, quindi, dedicato proprio unicamente al primo stadio dell'amplificazione. Inoltre, se la vostra tua di missaggio o scheda audio ha solo un ingresso di linea ed è quindi sprovvista di preamplificatore interno, dovrai comunque frapporre un preamplificatore esterno tra microfono e ingresso di linea.

Amplificatore per cuffie

A differenza del preamplificatore di cui sopra che sostanzialmente spesso rappresenta una scelta qualitativa, l'amplificatore per le cuffie può rendersi davvero indispensabile. Quando ci si trova davanti a cuffie a bassa impedenza (il valore viene espresso in Ohm - Ω), infatti, è possibile dire che quel set è in grado di spingere in alto il volume limitando i consumi di energia che possono rappresentare un problema. Le cuffie professionali, come quelle utilizzate negli studi di registrazione e per l'Home Recording, possono invece richiedere maggiori quantitativi di energia. Con valori che superano i 25 Ohm, le cuffie ad alta impedenza richiedono delle fonti di energia dedicate, in modo da poter dare la spinta necessaria agli amplificatori integrati. Ovviamente in questi casi il suono appare più corposo, avvolgente e potente rispetto ai corrispettivi meno performanti.
Finora, è probabile che tu ci abbia capito poco. Facciamo un esempio: collega le tue cuffie alla sorgente ed alza il volume. Arriva a un livello soddisfacente? Puoi andare ancora più su? Se la risposta è sì, sei a posto e non necessiti di un amplificatore per cuffie il cui compito è solo aumentare la potenza in uscita della sorgente al livello che desideri. Se la risposta è negativa, arrenditi: la sorgente non riesce a soddisfare i requisiti di alimentazione e hai bisogno di un amplificatore per cuffie.

Cavi e cavetteria

Ti prego non farmi ripetere. Non siamo amanti del copia e incolla qui :) Tra le pagine di questo blog abbiamo scritto diffusamente a proposito di tipologie di cavi e connettori. Ma trovi tutto, proprio tutto quello che devi sapere nell'articolo dedicato a Come collegare un mixer, all'interno del quale abbiamo fatto proprio degli esempi su come collegare anche schede audio, strumenti e microfoni. Facci un salto.

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Accessori per microfono

Riprendendo il nostro obiettivo di ridurre al minimo disturbi e rumori in fase di registrazione, torniamo un attimo sui microfoni per parlare di un paio di accessori, non indispensabili ma molto, moooolto utili: i filtri e i supporti. Nel caso del filtro, parliamo dell'antipop, da non confondere con quello antivento (la spugnetta). Il filtro antipop si aggancia al microfono o all'asta microfonica con un morsetto e consiste in un telaio con una maglia di diversi materiali, da frapporre tra la bocca del cantante (circa 15 cm) e il microfono stesso.

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Il suo scopo è, come dice la parola, eliminare il fastidioso effetto popping, ossia i "pop" che vengono prodotti dalla pronuncia delle consonanti occlusive bilabiali sia sorde che sonore (altrove ho letto "esplosive", agghiacciante), ossia le consonanti che si pronunciano bloccando l'aria proveniente direttamente dai polmoni o dalle corde vocaliche con una chiusura delle labbra, quindi la /p/ e la /b/. Meno spesso il fenomeno può essere prodotto anche dalle occlusive dentali e alveolari che (semplificando) sono la /t/ e la /d/.
Per quanto riguarda i supporti, esistono come sai moltissimi tipi di asta microfonica - da tavolo, da terra, dritta, a giraffa, nana - da scegliere in base alla statura e come è posizionato il cantante.

Trattamento e isolamento acustico

Come sai dalle scuole medie, quando un suono viene emesso da una qualsiasi sorgente, le onde sonore si propagano in tutte le direzioni, diminuendo nel tragitto la propria intensità. Se trovano un ostacolo rimbalzano, fin qui ci siamo. Quando queste onde devono essere racolte da un microfono al cui interno vi sono diversi tipi di marchingegni creati a questo scopo, esso raccoglie solo le onde che lo colpiscono direttamente, il cui bilanciamento delle frequenze rimane puro e il tono inalterato. Tuttavia, il microfono si trova anche nella possibilità di raccogliere le onde sonore riflesse, ossia che hanno rimbalzato da qualche parte, distrorcendosi, e andando a influire sul suono originale. Per questo si aprono due strade: l'isolamento e il trattamento acustico.
L'isolamento acustico si ottiene facendo in modo che la stanza in cui si effettua la registrazione sia priva di elementi riflettenti e con l'impiego di pannelli fonoassorbenti (hai presente quelle pareti bugnate, coperte di mattonelle di schiuma a forma piramidale, quelli). Tuttavia, alcuni trovano che una stanza eccessivamente isolata produca una voce spenta e incolore. Per cui l'altra strada è quella del trattamento acustico, per cui grazie a degli accessori detti diffusori si fa in modo che alcuni dei riflessi sopravvivano e diano corpo alla voce.

Software e DAW

Eccoci arrivati a uno dei nodi più importanti da sciogliere perché di DAW ne esistono incalcolabili milioni. Ma prima cosa che cos'è una DAW? Un software DAW, cioè Digital Audio Workstation o workstation audio digitale, è uno strumento organizzativo che ti permette appunto di organizzare tutti gli elementi di una canzone, un podcast o una traccia pilota. Si tratta di un sistema elettronico la cui caratteristica fondamentale è la capacità di manipolare liberamente i suoni, allo stesso modo di un programma di videoscrittura che modifica le parole. Consiste in una una combinazione di software per la registrazione multitraccia e di hardware audio di alta qualità. Una DAW svolge la stessa funzione di una comune scheda audio, ma è generalmente di qualità superiore, e offre vantaggi in termini di qualità audio
Ciò detto, la differenza tra le varie DAW risiede in diversi fattori come la quantità di tracce che permette di lavorare simultaneamente, la qualità della lavorazione stessa e della traccia in uscita, le funzionalità disponibili, le possibilità di espansione, compatibilità con PC e sistemi opertaivi, ecc. oltre ovviamente al costo. Già, perché esistono anche DAW gratuite, o semi-gratuite ossia con delle limitazioni sbloccabili a pagamento. Nei prossimi paragrafi facciamo una panoramica delle DAW più diffuse.

DAW gratuite

Partiamo dalle DAW gratuite, staconsigliate per i principianti proprio perché ti permettono di prendere dimestichezza con una prima interfaccia non eccessivamente complessa e a costo zero. Come potrai immaginare, se dovessi decidere di continuare su questa strada per registrare canzoni in casa e costruire il tuo studio Home Recording, presto potresti non accontentarti più di queste soluzioni.

Audacity

Audacity è il più noto editor audio gratuito e open source, che include molti filtri e strumenti per ottimizzare le registrazioni. Consente di acquisire audio proveniente da qualsiasi fonte configurata nel computer (microfono, scheda interna, scheda esterna, mixer e così via) e di combinarlo con altre tracce audio pre-esistenti, o create in secondo momento. L'interfaccia di Audacity onestamente non è esteticamente granché, eppure l'assenza di fronzoli ti consentirà di accedere rapidamente alle funzioni utili.

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LMMS

Anche LMMS è un programma dedicato alla registrazione e alla produzione di brani gratuito e open source, disponibile sia per Windows, che macOS e Linux, ed è ricco di strumenti, funzionalità e contenuti pronti all'uso. Tra le tante caratteristiche del programma, ci sono proprio il supporto di strumenti VST a 64 bit (con bridge VST a 32 bit, se necessario), supporto nativo per i multicampione in formato SF2, GIG e GUS e la possibilità di importare file MIDI e file Hydrogen.

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GarageBand per macOS

GarageBand è un noto programma sviluppato direttamente da Apple, con il quale è possibile creare canzoni utilizzando vari strumenti, effetti e tracce multiple, con la possibilità di registrare da un gran numero di fonti audio. Tra i vantaggi di GarageBand c'è la completa integrazione con le app disponibili sia per iPhone che iPad, e il marchio di fabbrica di Apple, ossia un'estrema pulizia nell'interfaccia e funzionamento quanto più semplice e lineare.

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DAW a pagamento

Inutile azzardarsi a dare delle indicazioni sulle Digital Workstation Audio a pagamento. Sia perché è impossibile menzionarle tutte sia perché le differenze possono essere veramente tante. Il consiglio, magari è quello di andare direttamente sul sito della DAW in questione ed assistere a una demo, o se presente, scaricare una versione di prova. Sicuramente, se non vuoi perdere tempo a farti una cultura sulle DAW puoi fare una prima scrematura in base al costo e procedere prendendo in considerazione quelle per te abbordabili.
Quello che possiamo sicuramente fare qui e menzionarti quelle che sono le più diffuse ed efficienti, quelle che da anni sono presenti nelle classifiche delle riviste di settore, ma quella che segue non è una classifica!

  • Ableton Live
  • MOTU Digital Performer
  • Propellerhead Reason
  • Steinberg Cubase
  • FL Studio
  • Cockos Reaper
  • Cakewalk SONAR
  • Apple Logic Pro X
  • Presonus Studio One 3
  • Avid Pro Tools
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PlugIN: tra scheda audio e DAW

Non possiamo andare oltre senza un rapido accenno ai plugin. Sostanzialmente un plugin è un pacchetto di effetti digitali che sostituisce tutti gli effetti analogici che si metteavno qualche tempo fa tra lo strumento e la scheda audio per fare in modo che quest'ultima raccogliesse un suono già effettato. Col digitale possiamo applicare questi effetti in un secondo momento grazie alle interfacce audio che, solitamete includono già qualche plugin. In alternativa vi sono numerosi siti che vendono plugin (alcuni possono essere anche gratuiti), oppure vi sono differenti versioni di una stessa scheda ma con corposi paccheddi di plugin, ad esempio le versioni Heritage Edition di Universal Audio.

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Set up e configurazione dello Studio Home Recording

Ora che si presume tu abbia dato fondo al budget recuperando tutto quello di cui hai bisogno per registrare musica in casa, è il momento anche di sistemarsi. Che tu voglia organizzare il tuo Studio Home Recording nel garage, nella tua camera o in qualsiasi altra stanza, la regola di fondo è sempre quella di una disposizione che ti sia non solo funzionale, ma che interferisca il meno possibile a livello di rumore. Quindi, per quanto riguarda la registrazione dovrai posizionare gli elementi in modo tale che i rumori provenienti da ventole del PC et simili siano quanto più distanti dai microfoni e dagli strumenti.
Per questo, anche se sei solo con strumento e voce, il consiglio è quello di cercare di progettare la ddisposizione degli elementi del tuo Studio Home Recording separando una zona adibita all'area desk/mixaggio (con scrivania, PC, monitor, scheda video ecc), e una seconda per la registrazione di voci e strumenti.

Studio pronto, e ora?

Immaginiamo che il Studio Home Recording sia finalmente pronto, sarà pur arrivato il momento di divertirsi, no? Allora chiama a raccolta la truppa e via con le registrazioni! Non prenderla troppo sul serio, l'hai visto Bohemian Rapsody, no? Non ti diremo noi con quale strumento o secondo quale flow effettuare le registrazioni, ognuno ha il suo metodo ed esistono moltissime scuole di pensiero. magari ci permettiamo solo qualche piccolo consiglio.
Cerca di essere il più obiettivo possibile quando valuti le tracce e assicurati che bengano ben etichettate e organizzate all'interno della DAW.

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Prendi anche in considerazione di fare un backup delle registrazioni. Sarebbe anche opportuno comporre le riprese, ossia combinare le migliori riprese di ogni parte del brano per ogni strumento. Così potrai ascoltare la voce linea per linea e scegliere la migliore ripresa per ognuna. Ad esempio si può tagliare il file audio della riprea vocale ovunque si prenda fiato, il che renderà più facile fondere le registrazioni. Il punto è fare un taglio e usare una dissolvenza incrociata in modo che il suono sia naturale. In questa fase del processo è utile suddividere ogni voce o strumento in tracce individuali. Così facendo in fase di missaggio e di masterizzazione avrai a disposizione riprese vocali e di strumenti ben definite su cui lavorare, e sarà più facile concentrarsi sul miglioramento dell'audio che sprecare tempo nell'organizzare le tracce. Se non siete soddisfatti di qualche aspetto del vostro audio, questo è il momento di tornare indietro e registrare di nuovo.

Missaggio e mastering

Senza alcuna pretesa di esaurire in maniera così facile l'argomento, chiudiamo questo articolo con brevissimi cenni riguardo le ultime fasi del processo che hai messo in moto quando hai deciso di registrare canzoni in casa.
Parliamo in primo luogo del missaggio, cioè il momento in cui dovrai rifinire la tua canzone già ben registrata. Nello specifico si tratta di definire il panning, impostare i volumi, utilizzare l'equalizzazione, la compressione e altri effetti audio. Infine il mastering, l'operazione che permette di "lucidare" il mix e di renderlo sufficientemente rumoroso da soddisfare gli standard del settore.

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Se hai trovato utile questa piccola guida, non puoi proprio perderti quelle in arrivo!

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