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Come scegliere microfono: guida a tutte le occasioni

Come scegliere microfono: guida a tutte le occasioni
1 anni fa 7567 Visualizzazioni Non ci sono commenti

Che tu sia un cantante, il gestore di un locale, un DJ o semplicemente un appassionato di karaoke, avrai bisogno di un microfono. Facile a dirsi, eh? Anche solo immettendo la parola microfono sul motore di ricerca ti troverai davanti 156658 miliardi di modelli. E come si sceglie un microfono? Che caratteristiche deve a vere? E come funziona un microfono?

Niente panico, sei nel posto giusto. Passo dopo passo in questa maxi guida esploreremo il mondo dei microfoni, da come sono fatti a come usarli, per rispondere alla domanda come scegliere il microfono giusto?
Pronto? Let's go!

Com'è fatto e come funziona un microfono?

Tecnicamente, un microfono si definisce come trasduttore, ovvero è in grado di convertire le onde di pressione sonora in impulsi elettrici. Il suono, infatti, non è altro che un'insieme di onde che si propagano nell'aria; allo stesso modo in cui il nostro timpano vibra quando viene colpito da queste onde, anche un microfono è dotato di un elemento, che cambia a seconda delle tipologie che vedremo tra poco, e che vibra ugualmente. La vibrazione di questo elemento viene "tradotta" in un impulso elettrico che il microfono è pronto a trasmettere a un preamplificatore, amplificatore, mixer, ricevitore, ecc.

Questo è il funzionamento di base di un qualsiasi microfono, ma per poter continuare a parlare di come è fatto un microfono, dobbiamo subito iniziare a fare delle distinzioni. Possiamo, quindi, individuare diverse tipologie di microfono in base a questi aspetti:

  • Funzionamento elettico
  • Grandezza del diaframma e dimensione della capsula
  • Direzionalità e polarità
  • Trasmissione del segnale
  • Alimentazione
  • Posizione e distanza

Prima di andare a spulciare le varie tipologie di microfono in cui potresti imbatterti, e alle caratteristiche da considerare quando devi sceglierene uno, sarà opportuno, quindi, verificare da cosa è effettivamente composto un microfono.

Niente di difficile: l'elemento che vibra in risposta alle onde sonore è chiamato diaframma. Questo elemento è contenuto all'interno di un'elemento detto capsula che è responsabile del modellamento delle onde riprodotte. Attaccato al diaframma, quindi sempre nella capsula, si muove anche la bobina che genera il campo magnetico. All'interno della capsula possono esserci diversi altri elementi - Spider, risonatore di Hemmontz.
Questo sistema è collegato e installato su diversi supporti (archetti, manici, sistemi di alimentazione, ecc).

Funzionamento elettrico di un microfono

Il funzionamento elettrico del microfono riguarda specificamente attraverso quale tecnologia e con l'ausilio di quale materiale vengono generati gli impulsi elettrici quando le onde sonore colpiscono il diaframma.

  • Dinamici, che possono sfruttare la tecnologia a bobina mobile o a nastro.
  • Elettrostatici, che possono essere a condensatore o a elettrete
  • Piezoresistivi, che sfruttano il carbone
  • Piezoelettrici, sono i microfoni a cristallo
  • Elettrostrittivi, che utilizzano la ceramica

Microfoni a bobina mobile

Nel microfono a bobina mobile, il conduttore è collegato al diaframma e si muove in maniera consequenziale al diaframma stesso rompendo le linee del campo magnetico. Il risultato è che viene indotta una corrente nell’avvolgimento (la bobina, appunto) con una frequenza analoga a quella della pressione applicata, il segnale audio.
I microfoni a bobina mobile sono estremamente sensibili ai disturbi esterni, per cui spesso si ovvia inserendo un secondo avvolgimento, in senso contrario a quello principale, che mette in controfase il rumore di fondo a bassa frequenza, pulendo il suono da frequenze non desiderate. Questo sistema si chiama Humbuker Coil.

Il diaframma, in questa tipologia di microfoni, è sostenuto in modo rigido da una struttura chiamata Spider, la quale consente unicamente il movimento in avanti e indietro. La cavità nota come risonatore di Hemmoltz mette in risonanza determinate frequenze per colorare il suono registrato, generalmente le frequenze di risonanza sono a circa 2,5 kHz, cosa li rende particolarmente adatti alla riproduzione di voci o chitarre.

Microfono a nastro

Ai lati della capsula di un microfono a nastro si trovano due isolatori magnetizzati che distanziano il diaframma mantenendolo all’interno; il diaframma è un nastro ferromagnetico con uno spessore di pochi micrometri e un’altezza di qualche centimetro.
Il nastro viene messo a zig zag, in modo da evitare torsioni e aumentare l’induttanza. Il diaframma, vibrando a causa delle onde sonore da cui viene colpito, genera una rottura nelle linee del campo magnetico, inducendo una corrente con frequenza analoga alla vibrazione dell’onda sonora, quindi il segnale audio.

Microfono a condensatore

La capsula di un microfono a condensatore è composta, appunto, da un condensatore costituito da due piastre parallele di metallo una delle quali è il diaframma che vibra in maniera analoga all’onda acustica da cui viene investita. Questo movimento genera una variazione nella distanza tra le due armature (le lamelle) cambiando così il valore della capacità del condensatore. In questo modo avviene una variazione di tensione sulle piastre, che generano di conseguenza una corrente elettrica, il segnale audio. Il materiale del diaframma è il mylar rivestito in oro, che è un ottimo conduttore.

Microfono a elettrete

Il funzionamento dell’elettrete che sta alla base di questa tipologia di microfono è molto simile a quella del condensatore, con l’unica differenza che non deve verificarsi un'induzione di una tensione esterna che serve al condensatore per polarizzarsi, perché ha una carica elettrica permanente che gli permette di non dover essere alimentato esternamente (avrà bisogno invece di un preamplificatore interno al microfono stesso).
A parte questo, il funzionamento è analogo a quello a condensatore. L’elettrete, comunemente, è fatto di un materiale plastico dielettrico chiamato PTFE, più comunemente chiamato Teflon.

Microfono a carbone

La capsula dei microfoni a carbone è composta da due piastre metalliche isolate tra loro, con dei granuli di carbone posti tra esse. Una delle piastre è il diaframma, che vibra in base alla pressione acustica da cui è sollecitato; questa vibrazione mette in compressione il carbone, generando una variazione di resistenza nella tensione e, di conseguenza, una corrente variabile che riproduce l’andamento dell’onda acustica a cui è sottoposto: il segnale audio.

Microfono a cristallo

Il microfono a cristallo (comunemente il quarzo) sfrutta le proprietà dei cristalli piezoelettrici per generare un tensione dalla vibrazione di un corpo vibrante. In questo caso è il microfono stesso una lamina di cristallo con due fili elettrici collegati a questo.
Il microfono viene posto direttamente a contatto con il corpo vibrante che si deve registrare, ad esempio su una cassa armonica di una chitarra acustica o sotto il ponte di un violino. In base alla vibrazione della sorgente, il cristallo vibra di conseguenza, comprimendosi, trasformando l’oscillazione in tensione: il segnale audio.

Microfono a ceramica

Il microfono a ceramica (comunemente in Titanato di Bario) sfrutta la proprietà elettrostrittiva della piezoelettricità per generare un tensione dalla vibrazione di un’onda sonora. La differenza rispetto il microfono a cristallo è nelle dimensioni ridotte, nella sensibilità inferiore e nella resistenza all’umidità oltre alle basse temperature. In base alla vibrazione dell’onda sonora, il materiale ceramico vibra di conseguenza, comprimendosi, trasformando l’oscillazione in tensione: il segnale audio.

Dimensioni di capsula e diaframma

Strettamente collegato al principio elettrico che abbiamo appena trattato, c'è la dimensione del diaframma, e di conseguenza della capsula. Il diaframma è realizzato in materiale molto sottile che vibra quando viene investito da onde sonore. Le vibrazioni convertono l'energia sonora in elettrica, che influisce sulla gamma dinamica e sulla sensibilità di captazione del microfono. Le dimensioni del diaframma incidono in maniera decisiva sul modo in cui le onde sonore vengono interpretate, anche all'interno della stessa categoria di microfoni.

  • Microfoni a diaframma piccolo
    I microfoni a piccolo diaframma hanno solitamente una forma sottile e cilindrica e vengono talvolta definiti microfoni a matita. Questi microfoni sono semplici da posizionare e hanno un'ampia gamma dinamica, il che li rende perfetti per rilevare qualsiasi cosa, dagli strumenti bassi agli hi-hat.
  • Microfoni a diaframma medio
    I microfoni a diaframma medio dispongono di alcune delle migliori qualità dei microfoni a diaframma piccolo e grande. Sono in grado di raccogliere alcuni dei contenuti dettagliati e ad alta frequenza dei microfoni a diaframma piccolo, pur assorbendo il suono caldo solitamente definito dai microfoni a diaframma grande.
  • Microfoni a diaframma largo
    I microfoni a diaframma grande hanno una superficie più ampia che consente di raccogliere una porzione maggiore dello spettro di frequenze. Ad esempio, i condensatori a diaframma largo rilevano molte più informazioni sonore rispetto ai microfoni a condensatore a diaframma piccolo. Questi microfoni delicati sono in grado di percepire cambiamenti più sottili nei livelli di pressione sonora e sono lo standard per la registrazione delle voci.

Polarità e direzionalità dei microfoni

Per comprendere ora il funzionamento dei microfoni, e come essi rispondano a diverse esigenze, bisogna applicare un’ulteriore divisione in sottogruppi definiti dal modo in cui rispondono ai suoni provenienti dalle diverse direzioni. Questa viene definita risposta direzionale. La direzionalità classifica i microfoni in:

  • Risposta polare omnidirezionale
  • Risposta polare unidirezionale con diagramma polare cardioide, supercardioide o ipercardioide
  • Risposta polare bidirezionale
quale microfono

Microfoni Omnidirezionali

Come definisce il nome stesso, i microfoni omnidirezionali raccolgono le onde sonore provenineti da qualsiasi direzione. Le caratteristiche di questa tipologia sono:

  • Ripresa a 360°
  • Avendo un ampio angolo di ripresa, cattura bene anche il riverbero della stanza in cui si sta svolgendo la registrazione
  • Ha uno scarso isolamento
  • Ha una bassa sensibilità ai pop vocali e al rumore dovuto al maneggiamento, inoltre non avrà incrementi sulle basse frequenze dovute alla vicinanza della fonte sonora (effetto di prossimità)
  • Ottima ripresa delle basse frequenze, il che lo rende particolarmente utile nelle registrazioni di strumenti sinfonici.
quale microfono

Microfoni unidirezionali

Anche in questo caso è facile da capire come i microfoni unidirezionali percepiscano le onde sonore da una sola direzione precisa. In base al diagramma polare prodotto si avranno microfoni cardioide, supercardioide e ipercardioide. Le caratteristiche di questa tipologia sono:

  • L’area di ripresa è più ristretta, questo taglierà fuori dalla registrazione le fonti sonore poste al di fuori del suo diagramma polare
  • Proprio per la sua capacità unidirezionale, attenua notevolmente i rumori della stanza, i rumori di fondo e i rientri da altri strumenti
  • Ha un buon isolamento e garantisce tracce precise e pulite al termine della registrazione
  • Aumento delle basse frequenze all’avvicinarsi della fonte sonora (effetto di prossimità)
  • Perfetto per microfonaggi stereo
  • I microfoni maggiormente utilizzati negli studi hanno questo diagramma polare. In base alla tipologia (cardioide, supercardioide, ipercardioide) si otterrà un isolamento molto differente

Differenze cardioide, supercardioide e ipercardioide

I microfoni che rilevano il suono da una sola direzione possono ulteriormente distinguersi in tre sottgruppi, a seconda del loro diagramma polare:

  • Cardioide
    I microfoni con un pattern cardioide rilevano una vasta gamma di suoni davanti a loro, alcuni ai lati e considerevolmente meno nella parte posteriore. Il punto morto di un microfono cardioide è direttamente sul retro. I microfoni cardioidi hanno un moderato effetto di prossimità, il che li rende un’ottima scelta per aggiungere corpo a voci ravvicinate.
quale microfono
  • Supercardioide
    Il supercardioide è una variazione della forma cardioide con un angolo di raccolta anteriore più stretto e una leggera sensibilità nella parte posteriore. Il supercardioide offre un migliore rifiuto rispetto al cardioide ai lati, con nulli a 126 gradi fuori asse ed un effetto di prossimità più pronunciato.
quale microfono
  • Ipercardioide
    L’ipercardioide è una variazione ancora più stretta del supercardioide. I microfoni ipercardioidi sono estremamente direzionali e altamente sensibili al posizionamento del microfono. I loro nulli si verificano a 110 gradi, rendendo la loro cattura frontale piuttosto stretta e hanno un effetto di prossimità più pronunciato.
quale microfono

Microfoni bidirezionali

L'ultima tipologia di microfoni è quella in grado di catturare il suono allo stesso modo in due direzioni opposte, avanti e dietro. Le caratteristiche più interessanti sono:

  • L’area di ripresa di questo diagramma garantisce un’ottima registrazione delle fonti sonore provenienti dal fronte e dal retro.
  • Particolarmente adatto a interviste “botta e risposta” dove i due interlocutori si trovano rispettivamente ai lati opposti di un singolo microfono.
  • Se incrociati due microfoni bidirezionali daranno origine alla tecnica nota con il nome di Blumlein
  • Isolamento totale dei suoni proveniente dalle aree laterali
quale microfono

Trasmissione del segnale

Una volta che il segnale audio è stato tradotto in una serie di impulsi elettro magnetici, questi dovranno essere trasmessi a un apparecchio in grado di gestirili e amplificarli. Indipendentemente che la destinazione degli impulsi sia un amplificatore, preamplificatore, mixer, ecc, questo può essere trasmesso via cavo o senza cavo.
Nel primo caso, il microfono sarà collegato attraverso un cavo detto appunto microfonoco - che può essere direttamente saldato al microfono stesso o avere un connettore per poterlo attaccare e staccare. Nel caso in cui, invece, il segnale viene trasmesso wireless, entriamo nel mondo dei radiomicrofoni.

I radiomicrofoni

Semplificando, possiamo dire che un radiomicrofono è un microfono collegato alla catena audio tramite un trasmettitore radio anziché un cavo. Il segnale audio prodotto dalla capsula viene amplificato e poi inviato ad una trasmittente. I radiomicrofoni vengono realizzati generalmente nelle tre configurazioni seguenti:

  • Handheld - radiomicrofono a mano
    somiglia ad un normale microfono, ma con un corpo più grande per ospitare il trasmettitore e la batteria che lo alimenta.
quale microfono
  • Radiomicrofoni plug-on
    consiste in una scatola che contiene batteria e apparato trasmittente e che monta un connettore XLR femmina. In questo modo, qualsiasi microfono a cavo può diventare un radiomicrofono.
quale microfono
  • Radiomicrofono con bodypack
    in questo caso, il trasmettitore e la batteria sono contenuti in una scatolina che non si posiziona direttamente sul microfono, ma può essere attaccata su una cintura o un'altra parte del corpo in modo da essere nascosta dai capi d'abbigliamento. Generalmente si utilizza questa soluzione con i piccoli microfoni lavalier, headset e anche nel caso di strumenti musicali.
quale microfono

Alimentazione dei microfoni

Ogni microfono ha una sua tecnologia e alcune di queste hanno bisogno di una carica in più per fare il loro dovere. Per questo è possibile distinguere in microfoni attivi che necessitano di alimentazione elettrica e passivi che non necessitano di alimentazione elettrica. Ad ogni modo difficilmente capiterà di vedere, come nei vecchi modelli, ingombranti valigette preposte all'alimentazione del microfono.

Ad oggi si ricorre a un particolare tipo di alimentazione, detta alimentazione Phantom (cioè fantasma, a causa del fatto che risulta, appunto, invisibile), che viene fornita al microfono tramite i connettori audio che provengono dal banco mixer. È necessario, quindi, che il mixer sia dotato della possibilità di fornire questa alimentazione, ma quasi tutti i mixer di recente fabbricazione offrono questa funzione attivabile tramite un apposito interruttore. La Phantom viene applicata fornendo una corrente continua di +48V ai piedini 2 e 3 della linea microfonica bilanciata (XLR o Cannon).

quale microfono

Forme, posizione e distanza

I microfoni possono essere di tutte le forme dimensioni; se ci pensi anche in forma microscopica nel tuo smartphone ce n'é uno che funziona secondo lo stesso principio di quelli enormi degli studi televisivi. Ad ogni modo andare a distinguere tra decine di forme e tipi sarebbe aun lavoro abbastanza sterile, quindi andremo a vedere i più noti e diffusi nei quali potresti imatterti o potrebbero servirti.

  • Microfoni gelato
    "gelato" non è altro che la forma gergale del microfono a mano, indipendentemente sia esso a cavo o wireless.
quale microfono
  • Microfoni Levalier
    detto anche microfono a spillo o pulce, il microfono Lavalier cos'è? Non è altro che un microfono di dimensioni molto ridotte che si attacca al collo del maglione o al bavero della camicia tramite una clip.
quale microfono
  • Microfoni ad archetto
    molto simile al precedente per funzione e prestazioni, il microfono ad archetto si fissa al collo o alla testa tramite un archetto regolabile
quale microfono
  • Microfoni da conferenza
    i microfoni da conferenza sono quei microfoni che si vedono sui tavoli delle sale da conferenza, nella maggior parte dei casi consistono in una base con microfono integrato direttamente in essa o cui è attacata tramite un supporto flessibile detto collo d'oca. Questi microfoni sono tutti collegati alla medesima stazione ricevente e sono dotati di un interruttore per essere esclusi dalla ricezione.
quale microfono
  • Microfoni da studio
    con il nome microfoni da studio ci si riferisce a quei microfoni scelti per registrare suoni della voce umana o di uno strumento in uno studio di registrazione o a casa. È facile quindi capire come questo sia diventato il secondo nome dei microfoni a condensatore con diagramma polare cardioide. Per la voce, questi microfoni sono fissati a supporti (aste o da tavolo) e hanno in abbinato dei filtri che aiutano ulteriormente a catturare meno interferenze ambientali possibile.
quale microfono
  • Microfoni multipattern
    I microfoni multipatternd hanno di solito la struttura di un condensatore a diaframma largo, e si caratterizzano per il design unico della capsula che permette di scegliere tra 3 figure polari cardioide, omnidirezionale e bidirezionale (o Figure-8). Questa peculiarità li rende strumenti estremamente versatili, sopratutto per lo stereo recording.
quale microfono
  • In-ear monitor
    la tecnologia in-ear monitor consiste in un dispositivo che svolge la stessa funzione di un monitor di palco (cassa spia), ma che viene ascoltata dal musicista tramite cuffia. Comunemente l'in-ear monitor è composto da una centralina trasmittente e una ricevente che, tramite onde radio, riceve i segnali e li traduce in suono facendo sentire all'artista il missaggio che preferisce.
quale microfono
  • Microfono ambientale
    I microfoni ambientali, chiamati anche in gergo “cimici” o “microspie”, sono in grado di rilevare segnali acustici entro un certo raggio e canalizzarli all'interno dei filamenti dei quali sono muniti sfruttando le onde elettromagnetiche.
quale microfono

Altre caratteristiche tecniche dei microfoni

Ora che ti sei fatto un'idea di come funziona un microfono e quale ti serve per le tue attività, ti scontrerai con il fatto che per una precisa varietà di microfono esistono decine e decine di modelli, di tantissimi marchi diversi. Per farti un'idea veramente chiara di un determinato modello, dovrai andare a capire tutta una serie di altre informazioni che forniscono i produttori e che ti permettono di cogliere le differenze tra un microfono e l'altro.

Risposta in frequenza

La risposta in frequenza di un microfono è la misurazione del suo segnale in uscita su tutto lo spettro udibile (nel nostro caso 20Hz – 20kHz). Questa caratteristica determina in che modo il tuo microfono reagisce alle diverse frequenze.
Potrebbe avere, ad esempio, una riduzione di volume sulle basse frequenze il che lo renderebbe ideale per la registrazione i strumenti che suonano in ottave alte, potrebbe avere dei veri e propri buchi su alcune frequenze o magari un boost (ovvero un incremento di volume) su determinate frequenze. Come puoi facilmente intuire dunque, questa caratteristica definisce il suono che un microfono ti restituirà.

Impedenza

L’impedenza è il freno della tensione in uscita del microfono, non va a inficiare sulla qualità del microfono, ma sulla qualità della comunicazione con il dispositivo a cui il microfono è collegato. I segnali microfonici (Mic) hanno un’impedenza che si aggira tra i 50 e i 350 Ω (Low Z), mentre i segnali di linea (Line) hanno un’impedenza che va tra i 20 e i 50 kΩ (High Z). Il dispositivo a cui sono collegati i segnali, avrà cura di portarli a un impedenza uguale e ottimale per il proprio funzionamento, che in media sta tra gli 1 e i 2 kΩ.

Max SPL

Max SPL esprime il livello massimo di input in dB SPL che un microfono può sopportare prima di incorrere in distorsione. Tanto per fare un esempio, stando a Shure, per l’SM58 siamo tra i 150 e 180 dB SPL, che è “il livello di rumore prodotto da uno shuttle in fase di lancio

Sensibilità

I microfoni possono essere più o meno sensibili alla pressione acustica, e possiamo saperlo dal rapporto Pin (pressione acustica in ingresso) con Vout (tensione elettrica in uscita). Grazie a questo parametro possiamo capire quando usare un microfono con molta sensibilità (sorgenti deboli) e uno con poca sensibilità (sorgenti forti).
Perché questa scelta? Perché se la sorgente è troppo forte per la sensibilità molto alta del microfono andremo con molta facilità verso la distorsione, viceversa, più un microfono poco sensibile viene preamplificato, cioè portato a un livello di tensione ottimale per l’ascolto, più alzeremmo il rumore di fondo.

Rumore equivalente (Self-Noise)

I microfoni sono costituiti, come abbiamo visto, da componenti elettroniche. Dunque già il semplice fatto che esso sia attraversato da elettricità implica un rumore di fondo. Il Self-Noise è dunque il rumore prodotto dal microfono stesso. Per poter decidere un valore ideale di Self-Noise dobbiamo valutarlo con una Curva di Pesatura A. Il rumore è misurato attraverso un filtro che taglia basse e alte frequenze per simulare l’esperienza di ascolto di un essere umano. Dunque, per evitarti calcoli matematici pitagorici, sappi che un valore pesato A di 14 o meno dB SPL è da considerarsi eccellente (ovvero produrrà pochissimo rumore equivalente).

Gamma dinamica

La gamma dinamica è il campo d’azione di un microfono, ed è delimitata inferiormente dal livello di rumore equivalente o self noise, e superiormente dal livello massimo di pressione sonora.

Come scegliere un microfono?

Dopo tutta questa teoria, potresti avere ancora qualche dubbio su quale sia effettivamente il microfono che fa per te, che meglio asseconda le tue esigenze. Allora converrà parire proprio da qui, dal tuo bisogno, tenedo in considerazione cosa devi fare, in quale occasione, con quale altra attrezzatura e perché. Vediamo insieme.

Quale microfono per karaoke?

Partiamo da una delle situazioni più diffuse: in molti cercano un microfono semplice, "basico" senza grandi pretese, che serva semplicemente ad amplificare la voce e trasmetterla a una cassa acustica. Un classico esempio di karaoke et simili. In questo caso avrai sicuramente bisogno di un microfono con diagramma polare cardioide, vista che l'unica cosa da catturare è la voce di chi canta, senza particolari pretese rispetto la risposta in frequenza ecc. Non crediamo che per una serata con gli amici avrai bisogno di un radiomicrofono.

quale microfono

In questi casi i nostri esperti consigliano un accessibilissimo Cobra Stu001 o, volendo salire di fascia, uno Shure PGA48 o PGA58.

Quale microfono per registrare voce?

Ecco un'altra casistica molto diffusa: un musicista, un cantante o aspirante tale, che vuole registrare in casa la propria performarce vocale. In questo caso ci indirizzeremo verso un microfono per voce da studio, uno di tipologia dinamica ovviamente con caratteristica polare cardioide dato che dovrà concentrarsi su un'unica sorgente sonora.

Se sei alle prime esperienze e hai un budget limitato, i Renton ST100 e Renton ST300 fanno sicuramente al caso tuo, così come un Tascam TM-80. Se al contrario ne hai già uno e vuoi fare un upgrade, apprezzrai la finezza dell'SE Electronic X1A.

quale microfono

Quale microfono per batteria?

I microfoni dinamici hanno una sonorità aspra ma precisa e possono registrare suoni ad un volume notevole senza tuttavia generare distorsioni. Per questo risultano sicuramente essere la scelta migliore per le batterie. Estremamente valido in questo senso il Shure PGA52.

quale microfono

Quale microfono indossabile scegliere?

I microfoni indossabili, come abbiamo già detto, possono essere sia di tipo lavalier che ad archetto. Solitamente i lavalier come il Rode Go hanno una capsula omnidirezionale data la varietà di posizioni in cui per sua natura può essere posizionato. Allo stesso modo, anche le alternative più versatili come ad esempio il Renton MB10 che ha anche un'ingresso jack.
Quelli ad archetto, invece, hanno una posizionamento più rigido, sono appositi per voce e solitamente sono a condensatore.

quale microfono

Infatti, la risposta di questo tipo di microfono è decisamente più rapida rispetto ad un dinamico, il che lo rende particolarmente adatto per catturare i transienti (fenomeni con rapida variabilità temporale). Sono caratterizzati da un’ampia risposta in frequenza, specialmente sulle alte e da un suono ben definito.

Particolare attenzione va prestata quando si sceglie un microfnodo ad archetto al suo connettore, ossia a come viene collegato al bodypack. Ad esempio la stessa Atomic4Dj sceglie l'attacco jack 3.5mm semplice per il modello H2, il jack 3.5mm a vite per l'R22250A e l'XLR a 3 poli per l'H4.

Quale microfono per video e videoblogging?

I microfoni per video, video blogging ecc sono tantissimi. La scelta del modello deve avere una prima scrematura a seconda di come deve collegarsi alla videocamera (solitamente un semplice jack), dove deve posizionarsi (lo terrai in mano, sopra la videocamera, ecc.). Per le configurazioni più compatte, una delle alterative più interessanti e il Rode VideoMicro, che grazie alla classica slitta viene posizionato direttamente sopra l'apparecchio di ripresa e dispone di una capsula a condensatore con rispsta polare cardioide. Inoltre, questo tipo di microfoni è corredato già in confezione da un sistema di sospensione flessibile e da uno speciale filtro antivento, noto anche com e gatto morto.

quale microfono

Quale microfono USB per PC?

I microfoni USB sono degli apparecchi realizzati ad hoc per essere poggiati su un piano, rivolti verso la sorgente sonora e collegati, appunto, via USB per applicazioni come il podcasting, la registrazioni di voci e strumenti, il gaming e lo streaming. Tra i modelli di qualità ottima e capsula dinamica, sono molto richiesti gli Shure MV5 e il Rode NT-USB che offre anche l'ingresso e la regolazione delle cuffie.

quale microfono

Quale radiomicrofono scegliere?

Se ci hai seguito nei paragrafi precedenti, saprai che il radiomicrofono è in realtà un kit di microfono (trasmettitore) + base ricevente. A questo ricevitore possono essere collegati contemporaneamente uno o più microfoni, in base al numero dei canali di cui dispone e indipendentemente dalla tipolofia del microfono stesso. Per cui, il primo passo per sceglire un radiomicrofono è innanzitutto stabilire il numero dei canali che ci occorre e poi la tipologia del microfono (archetti, da conferenza, gelato).

quale microfono

Un'altra considerazione da fare, è anche il range di frequenze su cui lavora il radiomicrofono, perché potrebbero esserci altri disposivi radio che lavorano sulla stessa banda a causare interferenze.

I più venduti riguardano sicuramente il catalogo di Shure che accoppia un tipo di base ai suoi microfoni più famosi in versione radio. Ad esempio il BLX24E con un SM58, oppure la stessa BLX24E con un PG58.
Renton, invece, mette a disposizione la sua tecnologia coprendo l'intera fascia di radiomicrofoni a uno, due, 4 e 8 gelati, microfoni da conferenza o bodypack + archetto.

FAQ sui microfoni

Ecco una serie di argomenti, domanda e risposta, che ci vengono spesso sottoposti. Ne hai altre? Lascia un commento!

Cosa serve per amplificare un microfono

Questa domanda non è proprio corretta: sarebbe meglio intendersi chiedendo come amplificare il segnale microfonico, non l'apparecchio. Come abbiamo detto anche quando abbiamo parlato di altri segnali eletrici provenienti da altre fonti (ad esempio un giradischi) questi flebili impulsi hanno bisogno di essere resi "più forti", quindi amplificati. Questo può avvenire attraverso un apparecchio dedicato chiamato preamplificatore microfonico, oppure da un'amplificatore che spesso è integrato all'interno di altri dispositivi come i mixer o le schede audio.

Come montare un microfono a condensatore

Diciamolo subito, quando ci fanno questa domanda la prima risposta è N'che senso?(cit. Carlo Verdone). Più spesso si vuol sapere come debba essere collegato agli altri elementi della catena audio.
Come abbiamo già detto più su, ormai quasi tutti i microfono sono dotati di connettore XLR (o Cannon) maschio, quindi per il collegamento avrai bisogno di un cavo che abbia da un lato il connettore XLR femmina e dall'altro dipenderà da dove lo devi attaccare. Se l'amplificatore, il mixer, il preamplificatore o la scheda audio, presentano, quindi l'ingresso jack, mini jack, XLR, Combo e così via.

Come registrare con un microfono a condensatore

Che sia uno strumento musicale, un microfono a condensatore o di altro tipo, il segnale audio verrà registrato sempre con le medesime opzioni: scheda audio, un mixer con funzione di registrazione o un software per PC.

Come alzare volume microfono

Anche per questa domanda occorrerebbe saper in che situazione ci troviamo. Diciamo, comunque, che se parliamo del volume del microfono, probabilmente si tratta del volume del audio catturato dal microfono rispetto ad altre tracce (una base musicale, uno strumento, ecc.). In questo caso si dovrà andare ad interagire con i fader che si trovano sul mixer in corrispondenza del microfono e delle altre sorgenti.

Come microfonare una batteria acustica

Se hai letto tutto ciò che precede, saprai che un microfono atto a catturare il suono delle percussioni e delle frequenze basse in generale, ti converrà indirizzarti su microfoni con un'adeguata risposta in frequenza. Per quanto riguarda il posizionamento, in generale i microfoni appositi per batteria e rullanti, sono già provvisti di supporto apposito che difficilmente ti permetterà di sbagliare.

Microfoni direzionali cosa sono

Un microfono direzionale è un particolare tipo di microfono unidirezionale, costituito da un diaframma posizionato alla fine di una canna tubolare provvista di aperture laterali. I suoni che provengono da altre direzioni, entrano all'interno delle aperture, e si annullano gli uni con gli altri. I suoni provenienti dall'obiettivo attraversano invece il tubo senza ostacoli, arrivando al diaframma microfonico che li traduce in segnali audio.

Come microfonare un amplificatore per chitarra

Questa domanda ha una risposta molto semplice: con l'apposito supporto per microfono da amplificatore!